mercoledì 9 gennaio 2008

Due Sicilie: autonomia, ricchezza prodotta e disoccupazione

L’autonomia garantita alla Macroregione dall’articolo 116 della Costituzione Italiana Da una recente statistica emerge che l’ultima provincia in Italia per ricchezza prodotta è quella di Agrigento, con un valore aggiunto per abitante nel 2006 pari ad € 12.399; la prima risulta essere quella di Milano con un valore pari ad € 34.184, pertanto la ricchezza prodotta nella provincia di Agrigento è pari al 36,3% di quella di Milano.Comunque la classifica per province divide l’Italia in due, le province delle Due Sicilie (insieme alle sarde) occupano tutte le ultime 35 posizioni su un totale di 103 province italiane.La prima provincia duosiciliana è Chieti al 67° posto con € 19.066 pari al 55,8% di quella di Milano.La provincia di Napoli, la Capitale delle Due Sicilie, occupa il 95° posto (su 103) con una ricchezza prodotta pari ad € 13.854 (il 40,5% di quella milanese), quella di Palermo (l’altra più antica Capitale) il 90° con € 14.283 (ovvero il 41,8%).Se analizziamo le percentuali relative alla disoccupazione ovvero il rapporto fra chi è in cerca di lavoro rispetto alla forza lavoro totale, al primo posto troviamo Belluno con il 2,30%, Palermo è all’ultimo (su 103 province) con il 18,60%, Napoli al 99° con il 14,80%.Agli ultimi 34 posti troviamo solo province duosiciliane (a parte qualche sarda ed un paio di bassolaziali). La prima provincia duosiciliana è L’Aquila al 58° posto con un tasso del 5,80%.L’unica strada per uscire da questa drammatica situazione è richiedere allo Stato italiano ulteriori forme e condizioni di autonomia per poter orientare a favore delle Due Sicilie politiche di sviluppo per i nostri territori.Bisogna, in definitiva, trasferire ad una futura Macroregione Due Sicilie più ampie competenze su vari settori dell’attività amministrativa: dalla tutela dell’ambiente a quella dei beni culturali, dall’ordinamento della comunicazione alle infrastrutture, dall’organizzazione sanitaria alla ricerca scientifica e tecnologica a sostegno dell’innovazione per i settori produttivi, dalla programmazione dell’offerta formativa delle Università al complesso sistema delle Casse di risparmio, Casse rurali e Aziende di credito a carattere regionale (ovvero gli Enti di credito fondiario e agrario a carattere regionale).Per quanto concerne il credito la Macroregione potrebbe far fronte alle esigenze ed alle peculiarità del sistema imprenditoriale locale, sfruttando al conoscenza del territorio.Si dovrebbe poter attribuire maggiore competenza legislativa alla Macroregione per poter adeguare l’istituzione e l’ordinamento delle cosiddette “banche regionali” alle esigenze dell’apparato produttivo.Già oggi è possibile attuare tutto questo grazie all’art. 116 della Costituzione che recita in particolare:“Ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, concernenti le materie di cui al terzo comma dell'articolo 117 e le materie indicate dal secondo comma del medesimo articolo alle lettere l), limitatamente all'organizzazione della giustizia di pace, n) e s), possono essere attribuite ad altre Regioni, con legge dello Stato, su iniziativa della Regione interessata, sentiti gli enti locali, nel rispetto dei principi di cui all'articolo 119. La legge è approvata dalle Camere a maggioranza assoluta dei componenti, sulla base di intesa fra lo Stato e la Regione interessata.”Il terzo comma dell’art. 117 recita:“Sono materie di legislazione concorrente quelle relative a: rapporti internazionali e con l'Unione europea delle Regioni; commercio con l'estero; tutela e sicurezza del lavoro; istruzione, salva l'autonomia delle istituzioni scolastiche e con esclusione della istruzione e della formazione professionale; professioni; ricerca scientifica e tecnologica e sostegno all'innovazione per i settori produttivi; tutela della salute; alimentazione; ordinamento sportivo; protezione civile; governo del territorio; porti e aeroporti civili; grandi reti di trasporto e di navigazione; ordinamento della comunicazione; produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell'energia; previdenza complementare e integrativa; armonizzazione dei bilanci pubblici e coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario; valorizzazione dei beni culturali e ambientali e promozione e organizzazione di attività culturali; casse di risparmio, casse rurali, aziende di credito a carattere regionale; enti di credito fondiario e agrario a carattere regionale. Nelle materie di legislazione concorrente spetta alle Regioni la potestà legislativa, salvo che per la determinazione dei principi fondamentali, riservata alla legislazione dello Stato.” La Regione Lombardia sta già seguendo la strada di una maggiore autonomia grazie a quanto consentito dall’art. 116, non si capisce perché le Regioni duosiciliane, magari confederate fra di loro nella Macroregione, non possano fare altrettanto.In particolare il sistema creditizio macroregionale è fondamentale per poter perseguire uno sviluppo autonomo dal resto del sistema Italia.Nel 1856 le Due Sicilie erano il terzo Paese al mondo per sviluppo industriale, dopo l’Inghilterra la Francia ed il primo in Italia.Oggi la nostra economia arranca e si posiziona fra il 36% ed il 56% di quella più qualificata del Nord Italia.Non si può più continuare così!E’ ora che il popolo duosiciliano si riconosca in un organismo identitario (la Macroregione) e persegua proprie strade di sviluppo in piena autonomia.La Costituzione Italiana già oggi garantisce ampie autonomie, è ora di cominciare a sfruttare questa grandissima opportunità.Senza perdere ulteriore tempo.
Luca Longo (www.comitatiduesicilie.org)

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