Una volta riscoperta la nostra identità duosiciliana, nasce in ognuno di noi la volontà di dare un contributo reale alla Causa, il tutto nella speranza che ciò possa ripagare la propria anima e risvegliare le coscienze di altri compatrioti. In tanti abbiamo provato nei sodalizi già esistenti a contribuire per il risveglio napolitano ricevendo in cambio molta delusione, per questo in tanti hanno preferito defilarsi, altri si sono ritagliati spazi ancora più limitati risultando una cerchia di pochi affiliati, sfiancandosi ed a tratti deprimendo sia la voglia che la speranza di un Sud migliore. Per questo nasce il movimento dei Comitati delle Due Sicilie, non un partito politico, né una associazione "culturale", né una setta segreta, né lo "spasso" ad personam, ma un esperimento che possa fungere da involucro per tutti gli innamorati della Nazione Due Sicilie, l'unica nazione d' Europa sparita dalle cartine geografiche , l'unico luogo geografico esistente nei cuori e nella mente di migliaia di cittadini ma sconosciuto a qualsiasi mappamondo oggi in circolazione.
L'improrogabilità unitaria dei figli del Sud d'Italia attorno ad un solo contenitore è in questo momento di vitale importanza, non esiste più una voce, un movimento, un partito che possa ridare onore alla gente meridionale, spetta a noi, alla nostra "pattuglia" risvegliare i sopiti spiriti dal popolo napolitano, tocca a noi lavorare per dare la svolta che sia innanzitutto identitaria, sarà un compito arduo, tenace a volte difficilissimo , ci sentiremo esigui davanti al durissimo incarico da sviluppare, ma la consapevolezza di essere nel giusto, l'amore Patrio, la forza delle nostre ragioni saranno i nostri compagni di viaggio oltre al continuo , consistente numero di compatrioti che si avvicinano sempre più numerosi e da tempo al progetto di liberazione delle Due Sicilie. Il progetto dei Comitati delle Due Sicilie si costituisce con un già buon numero di aderenti, un coordinamento che annovera fin dall'inizio ben 18 responsabili , che coprono tutto il territorio duosiciliano, da Napoli a Caserta, dalla Sicilia alla Puglia, dalla Calabria all'Abruzzo fino a sconfinare nell'altra parte dell'Italia che in tanti hanno ribattezzato come la "Terza Sicilia", dove i figli della nazione napolitana sentono forte il senso di appartenenza ed il dovere di contribuire alla rinascita dell'antica Patria, da Roma, dalle Marche, dalla Lombardia e dall'Emilia, come da Torino e da Pordenone, ma la consapevolezza che il cammino intrapreso sia quello giusto l'hanno dato anche i nostri fratelli sparsi in Europa ed otre Oceano, discendenti di quella maledetta diaspora subita dalla gente duosiciliana causata dalla violenza e dalla cattiva amministrazione di chi invase e saccheggiò il nostro territorio perpetrata oggi da collaborazionisti ed incapaci, anche dall'altra parte del mondo i duosiciliani hanno risposto: presente! al progetto del movimento identitario dei Comitati delle Due Sicilie. Nostro scopo è dare sempre più forza al popolo duosiciliano, senza precludere nessun atto, sia esso politico che sociale che di salvaguardia ambientale o di tutela per le magnificenze storico culturali del nostro suolo, la nostra battaglia deve essere conseguita con azioni sia di condanna che di indicazioni attraverso manifestazioni, articoli, libri, dimostrazioni, seminari e convegni, nessuna circostanza deve essere impedita per potere ottenere il riscatto, il risveglio e la determinazione della nostra amata antica Patria. Al di là della passione borbonica, la nostra azione non può e non deve essere limitata all'esaltazione solo dello splendido periodo borbonico, si incederebbe il rischio di risultare anacronistici e settari ,correndo il pericolo di consentire a chi osteggia e combatte le nostre spettanze di spacciare la nostra lotta di riabilitazione come una folkloristica campagna nostalgico monarchica, bisogna evitare di ripetere esperimenti che sono miseramente falliti nonostante le buone intenzioni di taluni,dobbiamo dare finalmente l'idea che la nostra lotta è indirizzata alla riqualificazione di una Patria quasi millenaria e che è compito di tutti i nostri concittadini collaborare al progetto. Mettiamo da parte le nostri personali ideologie politiche, le nostre appartenenze religiose e le partigianerie dinastiche e lavoriamo per la Nazione . Tutto questo per adesso è un sogno ma è anche la svolta, per il momento. buon Due Sicilie a tutti. Fiore Marro Segretario nazionale Comitati delle Due Sicilie
mercoledì 9 gennaio 2008
Due Sicilie: autonomia, ricchezza prodotta e disoccupazione
L’autonomia garantita alla Macroregione dall’articolo 116 della Costituzione Italiana Da una recente statistica emerge che l’ultima provincia in Italia per ricchezza prodotta è quella di Agrigento, con un valore aggiunto per abitante nel 2006 pari ad € 12.399; la prima risulta essere quella di Milano con un valore pari ad € 34.184, pertanto la ricchezza prodotta nella provincia di Agrigento è pari al 36,3% di quella di Milano.Comunque la classifica per province divide l’Italia in due, le province delle Due Sicilie (insieme alle sarde) occupano tutte le ultime 35 posizioni su un totale di 103 province italiane.La prima provincia duosiciliana è Chieti al 67° posto con € 19.066 pari al 55,8% di quella di Milano.La provincia di Napoli, la Capitale delle Due Sicilie, occupa il 95° posto (su 103) con una ricchezza prodotta pari ad € 13.854 (il 40,5% di quella milanese), quella di Palermo (l’altra più antica Capitale) il 90° con € 14.283 (ovvero il 41,8%).Se analizziamo le percentuali relative alla disoccupazione ovvero il rapporto fra chi è in cerca di lavoro rispetto alla forza lavoro totale, al primo posto troviamo Belluno con il 2,30%, Palermo è all’ultimo (su 103 province) con il 18,60%, Napoli al 99° con il 14,80%.Agli ultimi 34 posti troviamo solo province duosiciliane (a parte qualche sarda ed un paio di bassolaziali). La prima provincia duosiciliana è L’Aquila al 58° posto con un tasso del 5,80%.L’unica strada per uscire da questa drammatica situazione è richiedere allo Stato italiano ulteriori forme e condizioni di autonomia per poter orientare a favore delle Due Sicilie politiche di sviluppo per i nostri territori.Bisogna, in definitiva, trasferire ad una futura Macroregione Due Sicilie più ampie competenze su vari settori dell’attività amministrativa: dalla tutela dell’ambiente a quella dei beni culturali, dall’ordinamento della comunicazione alle infrastrutture, dall’organizzazione sanitaria alla ricerca scientifica e tecnologica a sostegno dell’innovazione per i settori produttivi, dalla programmazione dell’offerta formativa delle Università al complesso sistema delle Casse di risparmio, Casse rurali e Aziende di credito a carattere regionale (ovvero gli Enti di credito fondiario e agrario a carattere regionale).Per quanto concerne il credito la Macroregione potrebbe far fronte alle esigenze ed alle peculiarità del sistema imprenditoriale locale, sfruttando al conoscenza del territorio.Si dovrebbe poter attribuire maggiore competenza legislativa alla Macroregione per poter adeguare l’istituzione e l’ordinamento delle cosiddette “banche regionali” alle esigenze dell’apparato produttivo.Già oggi è possibile attuare tutto questo grazie all’art. 116 della Costituzione che recita in particolare:“Ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, concernenti le materie di cui al terzo comma dell'articolo 117 e le materie indicate dal secondo comma del medesimo articolo alle lettere l), limitatamente all'organizzazione della giustizia di pace, n) e s), possono essere attribuite ad altre Regioni, con legge dello Stato, su iniziativa della Regione interessata, sentiti gli enti locali, nel rispetto dei principi di cui all'articolo 119. La legge è approvata dalle Camere a maggioranza assoluta dei componenti, sulla base di intesa fra lo Stato e la Regione interessata.”Il terzo comma dell’art. 117 recita:“Sono materie di legislazione concorrente quelle relative a: rapporti internazionali e con l'Unione europea delle Regioni; commercio con l'estero; tutela e sicurezza del lavoro; istruzione, salva l'autonomia delle istituzioni scolastiche e con esclusione della istruzione e della formazione professionale; professioni; ricerca scientifica e tecnologica e sostegno all'innovazione per i settori produttivi; tutela della salute; alimentazione; ordinamento sportivo; protezione civile; governo del territorio; porti e aeroporti civili; grandi reti di trasporto e di navigazione; ordinamento della comunicazione; produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell'energia; previdenza complementare e integrativa; armonizzazione dei bilanci pubblici e coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario; valorizzazione dei beni culturali e ambientali e promozione e organizzazione di attività culturali; casse di risparmio, casse rurali, aziende di credito a carattere regionale; enti di credito fondiario e agrario a carattere regionale. Nelle materie di legislazione concorrente spetta alle Regioni la potestà legislativa, salvo che per la determinazione dei principi fondamentali, riservata alla legislazione dello Stato.” La Regione Lombardia sta già seguendo la strada di una maggiore autonomia grazie a quanto consentito dall’art. 116, non si capisce perché le Regioni duosiciliane, magari confederate fra di loro nella Macroregione, non possano fare altrettanto.In particolare il sistema creditizio macroregionale è fondamentale per poter perseguire uno sviluppo autonomo dal resto del sistema Italia.Nel 1856 le Due Sicilie erano il terzo Paese al mondo per sviluppo industriale, dopo l’Inghilterra la Francia ed il primo in Italia.Oggi la nostra economia arranca e si posiziona fra il 36% ed il 56% di quella più qualificata del Nord Italia.Non si può più continuare così!E’ ora che il popolo duosiciliano si riconosca in un organismo identitario (la Macroregione) e persegua proprie strade di sviluppo in piena autonomia.La Costituzione Italiana già oggi garantisce ampie autonomie, è ora di cominciare a sfruttare questa grandissima opportunità.Senza perdere ulteriore tempo.
Luca Longo (www.comitatiduesicilie.org)
Luca Longo (www.comitatiduesicilie.org)
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